Un determinato odore ha la capacità di suscitare in noi numerose emozioni e di riportarci alla mente dei ricordi; il motivo risiede nella diretta connessione tra l’olfatto e il sistema limbico del cervello, la parte più primitiva della nostra mente.
L’olfatto ha sempre rivestito un ruolo cardine nella vita dell’uomo, fin dalla sua comparsa sulla terra è stato per esso un importate canale in grado di segnalare pericoli o occasioni da cogliere per la propria sopravvivenza (sostanze commestibili, femmine o maschi disponibili all’accoppiamento, animali spaventati ecc.). Questo senso ha quindi rappresentato e continua a rappresentare un importantissimo fattore di orientamento delle nostre scelte e del nostro comportamento influenzandoci fortemente in maniera
inconscia. Il motivo di questo risiede nel fatto che l’olfatto è saldamente legato al sistema limbico, la parte più primordiale del nostro cervello, che regola gli istinti, le emozioni, la memoria ed ha dunque svolto un ruolo fondamentale nella sopravvivenza della nostra specie. Questo senso è anche strettamente collegato al gusto, e appare palese anche dalle espressioni stesse che usiamo per descrivere ciò che sentiamo: un odore può essere “dolce”, “fruttato”, “acido” ecc., tutti aggettivi impiegabili anche per descrivere il sapore di un alimento. Olfatto e gusto sono infatti da sempre stati interconnessi al fine di orientare l’uomo nella selezione degli alimenti migliori.
La percezione di determinati odori influenza dunque fortemente molte scelte inconsce della nostra vita in relazione alla connessione diretta dell’olfatto col nostro sistema limbico. La questione è talmente rilevante
da venire sfruttata nel settore commerciale dallo scent marketing (marketing dell’olfatto), una disciplina volta a suscitare emozioni e sensazioni negli ambienti commerciali al fine di spingere il cliente ad acquistare.
La consapevolezza di tale legame fa si che sia impiegato in maniera efficace anche con fini psicoterapici.
Glenda Oddi