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Non soltanto ricette, ma tutto ciò che le rende tali: esperienza, passione, perfezione. Tutto ha un perché e niente è lasciato al caso.

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Featured SALMONE AL FORNO CON FINOCCHI: un binomio riuscito e semplice semplice!

Cristina Corrieri

Dei tranci di salmone fresco cotti sopra un letto di finocchi: un accostamento insolito e profumatissimo. Approfittiamo del gran ritorno del finocchio sui nostri mercati per utilizzarlo cotto al forno. Un ortaggio molto benefico, pochissime calorie: insieme al salmone, ricco di Omega 3, prepariamo, con poche mosse, una cena leggera ma molto gustosa. Non ci va di accendere il forno? Non c’è problema, il procedimento rimane lo stesso anche in padella, usando il coperchio, il piatto sarà solo meno “dorato”.

Ingredienti per 6 persone:

  • 6 tranci spessi di salmone
  • 2 finocchi
  • Olio extravergine d’oliva
  • Vino bianco

Lasciamo interi i finocchi, leviamo solo eventuali parti scure delle foglie e, tenendoli dalla base utilizziamo la mandolina (attenzione alle dita!! ma un bel coltello affilato andrà bene ugualmente), l’importante è ottenere delle fette sottili lasciando perdere il cuore centrale, duro. Lasciamo cadere le fettine in una ciotolona che poi riempiamo d’acqua e sciacquiamole velocemente. Scoliamo, ma non completamente poi nella stessa ciotola, condiamo i nostri ortaggi con olio extra vergine d’oliva, pepe e poco sale. Perché poco? Per il fatto che i finocchi “calano” molto in cottura e il sapore si concentra, sale compreso…
Rivestiamo una teglia da forno con carta oleata, ci distribuiamo gli ortaggi ed inforniamo a 160 gradi. Dovranno cuocere da soli per adesso, per 10 minuti.
Nel frattempo, prepariamo il pesce. Se abbiamo acquistato un pezzo di salmone fresco, passiamolo per prima cosa sotto il rubinetto, sfregandolo leggermente per eliminare le squame poi ricaviamo tranci spessi di almeno due centimetri. Se amiamo un pesce bello ripulito, con una pinzetta leviamo le lische che troviamo, poche, e se vogliamo anche il pezzo di lisca centrale.
Ora preleviamo la teglia dal forno e trasferiamo i tranci di salmone sopra il letto di finocchi, condiamo solo loro con olio extra vergine d’oliva, sale, pepe e una spruzzatina di vino bianco.
Alziamo a 180 gradi la temperatura del nostro forno e non tocchiamo più niente: in 30 minuti, il nostro piatto sarà cotto, avrà preso una leggera doratura e…lasciato in cucina un profumo delizioso!

Maria Cristina

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Featured FOGLIE DI SALVIA FRITTE: lo stuzzichino che non ti aspetti!

Cristina Corrieri

Volete sorprendere i vostri prossimi ospiti all’ora dell’aperitivo? Ecco un’idea originale, veloce e ancora di stagione. Basta avere a disposizione un pugno di foglie di salvia, preferibilmente quella a foglia larga.

Raccogliamo qualche cimetta di salvia con due-tre centimetri di gambo, per il quantitativo, diciamo una a testa ma se non c’è modo, vanno bene anche foglie singole. Tenendole per il gambo, le passiamo sotto l’acqua del rubinetto, sfregandole delicatamente e le lasciamo sgocciolare a testa in giù.
Intanto, prepariamo una pastella fatta con farina, birra fredda, sale e pepe. Possiamo sostituire senza problemi la birra con acqua: avremo un fritto solo meno “gonfio”.
Riprendiamo le nostre foglie di salvia che tamponiamo con della carta da cucina per assorbire l’umidità residua. Tenendo ogni cimetta per il gambo, le intingiamo nella pastella avendo cura di ricoprire tutta la superficie delle foglie: se abbiamo azzeccato la sua consistenza, la pastella aderisce bene e non cola. Se fosse il caso si può ancora rimediare aggiungendo poca farina, stando attenti a non creare grumi.
E adesso, massima concentrazione e tempismo! In una padella  profonda ma piuttosto piccola mettiamo a scaldare olio per frittura del tipo girasole o arachide. Portiamo l’olio ad una bella temperatura; un metodo per verificare se è giusta consiste nell’ immergere la punta di uno stuzzicadenti: appena tocca la superficie dell’olio, si formano tante mini bollicine, segno che possiamo iniziare a friggere.
Attenzione: la cottura delle foglie di salvia è molto veloce e non dobbiamo aspettare che dorino troppo, diventerebbero amare! Ecco perché è meglio usare una padella di piccole dimensioni (ma altina): introdurre pochi pezzi da friggere alla volta ci consente un maggior controllo.  Quindi, tuffiamo le nostre cimette, lasciamo un minuto poi le rigiriamo dall’altra parte. Un altro minuto poi scoliamo su carta assorbente. Aggiungiamo un pizzico di sale se necessario.
Le foglie di salvia fritte si possono degustare calde ma anche fredde. Un’avvertenza: se le state servendo man mano che le friggete, raggiungete velocemente i vostri ospiti… o non ne ritroverete nemmeno una!

Buon aperitivo!

Maria Cristina

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Featured MIX di POMODORI, ZUCCHINE, PEPERONI: un’unica cottura con tre idee colorate!

Cristina Corrieri

Vi è mai capitato che qualcuno vi regali, in piena estate, una borsa piena di zucchine raccolte nell’orto suo e a noi, molto grati per il gesto, un attimo dopo, ci mette in crisi il dover trovare loro una sistemazione?

Mentre, durante i mesi più caldi, la frutta si conserva facilmente a temperatura ambiente, controllando comunque spesso e rigirandola, gli ortaggi, a parte i pomodori che magari vogliamo lasciar maturare, vanno tenuti rigorosamente nel frigorifero, pena vederli avvizzirsi entro poco tempo. Ma cosa facciamo se durante questi mesi dell’abbondanza, le nostre verdure estive non entrano tutte nel nostro amato e prezioso elettrodomestico?  
Un sistema c’è. Se non abbiamo un’idea precisa di come cucinarle o una ricetta specifica, comunque occupiamoci subito di loro: anche se non consumati nell’immediato, una volta cotti, avranno ridotto il loro volume e avremo inoltre a disposizione un piatto di verdure miste di una versatilità… provvidenziale! Ovviamente, il primo uso in cucina è preparare un bel piatto colorato di questi ortaggi misti come contorno. In una padella capiente mettiamo due cucchiai di olio extra vergine d’oliva, uno spicchio di aglio schiacciato, anche non pelato. Lasciamo un minuto poi versiamo peperoni, zucchine, cipolle, melanzane: tutto a pezzetti (volendo anche patate o carote: buonissime) Leviamo lo spicchio d’aglio. Solo dopo un po’ uniamo i pomodorini, belli rossi. Saliamo, pepiamo e soprattutto giriamo spesso: i peperoni hanno la propensione malefica ad attaccare! A piacimento, aggiungiamo spezie e aromi, come ad esempio origano, timo, maggiorana ma anche basilico o prezzemolo (questi ultimi solo alla fine).
Per quanto riguarda la consistenza, se vogliamo un piatto stufato, più umido, tipo “ratatouille”, mettiamo un coperchio e ce lo lasciamo. Se preferiamo verdure più secche e dorate, lo mettiamo cinque minuti all’ inizio poi lo togliamo: tutti questi ortaggi rilasciano naturalmente acqua in cottura. Per questo meglio evitare di dover aggiungerne ma giocare sull’uso del coperchio e della fiamma.
Detto questo, quando gli ortaggi sono più di quattro, già non entrano più in una padella e quindi possiamo decidere di cuocerli molto comodamente in forno. Con l’ulteriore vantaggio di non dover star sempre a controllare, basterà rigirarli una volta o due con una paletta. La leccarda del forno oppure una teglia grande da pizza, rivestite di carta da forno sono perfette.
L’idea furba, dov’è? Utilizzare questi ortaggi già cotti per la preparazione di primi:

  • Come condimento di una pasta corta con magari l’aggiunta di passata di pomodoro che lasciamo dieci minuti a cuocere da sola per poi aggiungerla alle nostre verdure.
  • Dentro un risotto, volendo cotto con carne macinata, al quale per ultimo uniamo il nostro mix vegetale.
  • Infine, per preparare un delizioso couscous (come sulla foto) dove questi ortaggi sono di casa. Con l’aggiunta, per arricchire, di fave o ceci cotti, di salsiccia di pollo o di maiale. Senza scordare spezie come curcuma e peperoncino.

Un piccolo ma non trascurabile vantaggio per chi sta attento alla linea: questo modo di condire i primi ci consente di mangiare quello che mangia tutta la famiglia, ma di poter comodamente, nel nostro piatto personale, aumentare la proporzione di verdure rispetto ai cereali.

Buon appetito!

Maria Cristina

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Featured LE NOSTRE PIANTE AROMATICHE: come farle sopravvivere?

Cristina Corrieri

Quando arriva l’estate, è difficile resistere alla tentazione di creare, anche per chi abita in appartamento,  un’angolo sul terrazzino o sul davanzale esterno di una finestra, dedicato alle piantine aromatiche che insaporiranno le nostre pietanze durante diversi mesi. E se sono pressoché indispensabili in cucina, contribuiscono anche a tenere a distanza gli insetti indesiderati della stagione calda. Che dire poi della gratificazione di raccogliere quei rametti, quelle foglioline fresche che abbiamo visto crescere di giorno in giorno?
Mentre prezzemolo e erba cipollina amano una collocazione ombreggiata, maggiorana, basilico, salvia rosmarino non temono il sole diretto. L’unica cosa indispensabile a tutte: annaffiarle quotidianamente, meglio dopo il tramonto. Per aiutarle, ovviamente, niente concime chimico ma possiamo ogni tanto versare nei nostri vasi dei fondi di caffè che reiquilibreranno il livello di acidità del terriccio.
Ma adesso, come fare, ora che le notti si sono rinfrescate notevolmente, a mantenerle vive?
Se avete avuta l’accortezza quest’estate di tagliare quello che vi serviva come si deve e cioè alla base del rametto, lasciandone solo un centimetro, avete ancora delle piantine in piena salute. Ogni tanto avete anche reciso più di un rametto per farli seccare ad esempio, come la maggiorana o l’origano, ma anche fatto un bel taglio a prezzemolo o erba cipollina, questo per favorire lo sviluppo di nuoni rametti e foglie e mantenere la vostra pianta bella folta. Come conservare queste ultime? Dentro un vasetto d’acqua per qualche giorno oppure sott’olio (in questa rubrica potete ritrovare un’articolo che parla della conservazione del prezzemolo)

Prendiamo ad esempio il basilico: se ormai è troppo tardi perchè già sta soffrendo per il cambio di temperatura, tenete a mente questi consigli …per l’anno prossimo. Appena vediamo che I rametti crescono troppo in alto e sviluppano inflorescenze, ne scegliamo uno o due che tagliamo lasciando solo due foglioline. Non ci serve tutto? perfetto! mettiamo il ramo avanzato in un vasetto d’acqua: si manterrà fresco per giorni poi, sorpresa…abbiamo creato senza volerlo una talea che non chiede altro che diventare una vera pianta! In effetti, dopo circa una settimana in acqua spuntano dalla base del rametto delle radici molto vigorose. Se succede, non esitate a ripiantarla in terra magari nello stesso vaso di origine e vedrete come svilupperà in fretta, molto più efficacemente che se avessimo semplicemente interrato il rametto appena tagliato. Se ancora volete provarci, piantatela in un vaso da tenere ormai in casa: la nuova piantina di basilico ha bisogno di caldo per attecchire e mantenersi bella fresca.
Che fare con le altre piante aromatiche quando il freddo arriverà? Se abitate in zone dove le temperature scendono facilmente sotto lo zero d’inverno, non aspettate che muoiano.
Rosmarino e salvia possono restare fuori, magari in un’angolino riparato o con il vaso (non tutta la pianta!) avvolto in uno strato di plastica da imballaggio, tipo “mille bolle”: ricordiamoci che una stessa pianta soffre di più il freddo (e il caldo) in vaso che se vive nel suolo.
Trovate invece un riparo per le altre piantine, più delicate; se avete usato quest’estate dei vasi di dimensioni contenute, spostateli e collocateli in casa o in garage, in un posto fresco, luminoso ed arieggiato. Prezzemolo, maggiorana, menta, erba cipollina, ecc, non avranno il vigore passato ma comunque continueranno a crescere…e a rendersi utili in cucina!

Buon cambio di stagione!

Maria Cristina

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Featured TORTA SALATA…con quello che c’è!

Cristina Corrieri

Mai capitato di ritrovarsi ospiti all’ultimo momento? Ecco allora un’idea salva cena e che vi farà fare un’ottima figura. Basta aver in frigo uno o due rotoli di pasta sfoglia, pasta brisée o pasta da pizza ed è fatta.
Ovviamente per il ripieno, qualcos’altro ci vuole: verdure come zucchine, pomodori secchi, radicchio, porri, cipolle, ecc…Del formaggio come fontina, scamorza, taleggio o anche parmigiano. Infine volendo, qualche affettato come prosciutto cotto, crudo, pancetta fine, speck ma anche salsiccia sbriciolata o wurstel. Adesso ci resta solo da creare un abbinamento a piacere.
Un consiglio: se si affettano finemente le verdure, inutile cuocerle prima in padella, perderebbero già un po’ dei loro nutrienti e comunque quando faranno parte del ripieno della torta salata, la cottura in forno è sufficiente.
Un ulteriore (ed ovvio) suggerimento: se avete tempo, fate voi l’impasto, è di certo più buono. Ma qui, stavamo parlando di una cena express, quindi della pasta fatta in casa, ci occuperemo un’altra volta…
La ricetta di oggi è un classico che piace a tutti i palati ma che propone una sfiziosità. Ci vogliono 15 minuti per la preparazione, mezz’ora per la cottura.

Per questa TORTA ALLE ZUCCHINE, SPECK E SCAMORZA, ci occorrono:

  • 2 rotoli di pasta brisée
  • 1 grossa zucchina
  • mezza cipolla
  • 100 g di speck a fette fine
  • 100 g di scamorza bianca
  • 1 uovo piccolo

 Affettiamo per il lungo la zucchina poi tagliamola a fette di ½ cm di spessore. Facciamo a fette fini la mezza cipolla. Uniamo le due verdure in una grande ciotola e condiamo leggermente con sale e pepe.
Prendiamo il primo rotolo di pasta brisée e con il suo foglio, lo adagiamo in una teglia da pizza o da crostata di circa 32 cm di diametro. Bucherelliamo la superficie con una forchetta e ci disponiamo le verdure. Distribuiamo sopra le fette di speck ed infine la scamorza a fette anch’essa.  Per finire, ricopriamo con la seconda sfoglia di pasta facendo aderire per bene i bordi. Bucherelliamo anche questa. Spennelliamo con un uovo sbattuto e facciamo cadere un mix di semi del tipo sesamo, lino, girasole, papavero che “arrostiranno” un po’ in cottura, dando quella gradita croccantezza.
Mettiamo nel forno preriscaldato a cuocere per circa trenta minuti, a 180°.

Un accorgimento: usare il ripiano basso del forno perché, mentre la superficie della torta non tarderà a dorare, la base rimane “molliccia” più a lungo a causa dell’umidità rilasciata dalle verdure del ripieno, quindi è importante assicurarsi che il fondo prenda colore anch’esso, sollevando la torta ogni tanto e, se serve, coprire il sopra della torta con un foglio d’alluminio per rallentarne la doratura.

Buon appetito!

Maria Cristina

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Featured OSSO BUCO DI TACCHINO CON SPICCHI DI CARCIOFI

Cristina Corrieri

Chi pensa che i piselli siano il classico e unico abbinamento possibile alle fette di ossobuco potrebbe ricredersi: provate questa ricetta, semplice e molto gustosa. Gli spicchi di carciofi danno una nota fresca al piatto ma anch’essi sono avvolti dalla salsa che si forma durante la cottura della carne.

Ingredienti per quattro persone:

  • quattro belle fette di ossobuco di tacchino
  • una cipolla piccola
  • una dozzina di spicchi di carciofi congelati
  • farina, olio extravergine d’oliva, sale e pepe
  • mezzo bicchiere di vino bianco secco

Prendete le fette di osso buco e per prima cosa, passatele sotto l’acqua, sfregando un po’ per eliminare eventuali frammenti di osso. Lasciate sgocciolare.

In una padella capiente o un tegame largo fate appassire la cipolla tagliata a fettine in poco olio extra vergine d’oliva, a fuoco molto dolce.

Nel frattempo, tamponate leggermente le fette di carne con carta assorbente, salate e pepate entrambi i lati, infine infarinateli. Ora togliete le cipolle dalla padella e tenetele da parte. Di nuovo versare due cucchiai di olio nella stessa padella e, appena caldo, disponetevi le fette di tacchino. A fuoco medio, lasciate che si dorino da entrambi i lati, dopodiché sfumate con il vino. Riprendete le cipolle e unitele alla carne. Mettete un coperchio e proseguite la cottura per una quarantina di minuti, rigirando delicatamente ogni tanto i pezzi di tacchino, badando a lasciare sempre un fondo di cottura.

 Adesso occupiamoci dei carciofi: prendete gli spicchi congelati, buttateli in acqua bollente salata per cinque minuti, fateli sgocciolare ed aggiungeteli alla carne dieci minuti prima della fine della cottura prevista.

Servite caldo, accompagnando volendo con degli spicchi di limone.

Buon appetito!

Maria Cristina

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Featured LA CARTA DA FORNO: tutti i suoi usi in cucina!

Cristina Corrieri

Ovviamente, quando si prende in mano la carta da forno in rotolo, il più delle volte è per rivestire una pirofila, per non farci attaccare i cibi in cottura, senza l’uso di burro o olio.  Primo, notevole pregio. Ma qui si tratta della versatilità fatta …carta.

Come prima cosa, conoscete il trucchetto per far aderire il foglio alla teglia prima di metterci il cibo: basta passarla sotto l’acqua corrente e strizzarla, si stenderà poi molto agevolmente!

Ci piace la praticità dei fogli pretagliati? Purtroppo, quando la teglia è piccola lo spreco è inevitabile. Si può naturalmente ripiegare una parte del foglio su se stesso oppure tagliare l’eccedenza per il prossimo utilizzo, facendo “rattoppi” creativi con altri pezzi…C’è anche un altro modo per utilizzarli: quando avete una certa quantità di fette di carne, di pesce o altro che volete congelare separatamente oppure anche dei mucchietti di tagliatelle fatte in casa, dei ravioli, ecc.  prendete un vassoietto o un piatto foderato di carta da forno e usate anche i ritagli per evitare che le porzioni di cibo rimangano appiccicate tra esse. Dopo poche ore, si potranno trasferire comodamente tutti insieme in sacchetti per congelatore.

Utilissima anche nella preparazione delle pietanze, la carta da forno, appoggiata sul tagliere o sul tavolo quando maneggiamo carne, pesce o altro ci permetterà di non sporcare il piano da lavoro, lasciar odori o trasmettere batteri.

Comoda quando dobbiamo usare il pangrattato per delle impanature. Per dare la forma ad un polpettone o degli gnocchi alla romana (magari bagnando la carta). Stesa sopra un impasto per appiattirlo, sopra delle fettine di fesa o di vitellone prima di utilizzare il batticarne per assottigliarle e renderle più tenere, ecc. In tutte le situazioni nelle quali si vorrebbe evitare l’appiccicatura in generale!

La carta da forno è anche un’alternativa al foglio di alluminio per cuocere al cartoccio: niente rischi di reazione spiacevole a contatto con il cibo. E per finire, può anche trasformarsi… in un imbuto improvvisato, quando c’è bisogno di trasferire liquidi, polveri o chicchi da un contenitore più grande ad uno più piccolo.

Buon lavoro e divertimento in cucina!  

Maria Cristina

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Featured FRITTATA CON ZUCCHINE E SCAMORZA

Cristina Corrieri

A volte capita di essere a corto di idee per quanto riguarda l’ennesimo… pasto da preparare. Lasciamoci aiutare da un ingrediente sano, saziante e che si presta ad un’infinità di presentazioni: l’uovo!

Ci pensiamo poco o ci pensiamo “male”. In realtà, l’uovo cotto da solo, in camicia, strapazzato, ecc., magari usando un po’ di spezie e accompagnato da una fetta di pane leggermente abbrustolita è già una delizia. Ma se proprio così non ci garba, si può preparare sotto forma di frittata con l’aggiunta di una grande varietà di ingredienti, del tipo “svuota frigo”!

Per la ricetta di oggi, usiamo una verdura di stagione e troviamo magari tutto il resto già in casa.

Ingredienti per 4 persone: 

  • quattro uova grandi
  • una zucchina media
  • uno scalogno
  • formaggio del tipo scamorza, provola, fontina oppure parmigiano a scagliette
  • crostini piccoli già abbrustoliti, meglio se a dadini

Cominciamo tagliando a fettine fine lo scalogno (o anche un pezzo di cipolla, ma è decisamente più forte di sapore). Lo facciamo appassire dentro una padella con due cucchiai di olio extra vergine d’oliva. Dopo due o tre minuti, aggiungiamo una zucchina tagliata prima per lungo poi a fette. Insaporiamo leggermente con sale e pepe e lasciamo cuocere qualche minuto a fiamma alta in modo da far dorare i pezzetti.

Nel frattempo, sbattiamo le uova leggermente salate poi le versiamo sulle zucchine. Quando la frittata si comincia a rapprendere ci aggiungiamo una decina di crostini, il formaggio (a pezzetti o a scagliette) e qualche foglia spezzettata di basilico fresco, se ce l’abbiamo. Mettiamo un coperchio che lasciamo fino al momento di servire ma spegniamo il fuoco: il calore residuo farà sciogliere un po’ il formaggio ma sarà gustoso sentire in bocca i pezzetti ancora un po’ consistenti.

Una variante nella presentazione: cuociamo la frittata in un’altra padella e quando si comincia a rapprendere, versiamo scalogno e zucchina cotti solo su una metà della frittata, uniamo formaggio e basilico poi ripieghiamo in due. Spegniamo subito il fuoco ed incoperchiamo. Tagliamo a fette larghe questa frittata imbottita con il suo formaggio filante e serviamo subito.

Buon appetito!

Maria Cristina

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Featured PASSATELLI IN BRODO e VITELLO TONNATO

Cristina Corrieri

Questa ricetta abbastanza elaborata e adatta soprattutto per un giorno di festa offre la praticità di cucinare un primo e un secondo piatto insieme e di poterla realizzare con un buon anticipo, il che non guasta quando ci sono ospiti.

In realtà di solito, per il vitel tonné, si usa un pezzo di vitello come il girello che viene lessato con svariati odori, qualche volta messo anche a macerare prima della bollitura. Poi si butta l’acqua perché sa di chiodo di garofano o altro…Perché non approfittarne invece per fare un buon brodo di carne? Ovviamente, essendo di vitello, sarà più delicato che avendo utilizzato un pezzo di manzo, bollito o muscolo che sia. Comunque ci penseranno i passatelli a rendere sostanziosa questa minestra. Ovviamente possiamo anche servirci del brodo per fare un risotto o un altro tipo di minestra.

Ingredienti per 4/5 persone:

Per i passatelli:       600g di girello di vitello

                                    i classici odori da brodo: cipolla, sedano, carota

                                    4 uova

                                    pangrattato, farina, parmigiano o grana

Per la salsa:        una scatolina di tonno sott’olio, un’acciuga

                             maionese

                             due cetriolini o capperi o altre verdure sott’aceto

Cominciamo facendo bollire in abbondante acqua un po’ salata, il pezzo di vitello intero, unendo una cipolla tagliata in due, un pezzo di gambo di sedano ed una carota tagliata per lungo e copriamo con un coperchio. Dopo circa un’ora, preleviamo il pezzo di carne e lo posiamo su un tagliere a raffreddare.

Nel frattempo, ci occupiamo dei passatelli considerando la dose di un uovo a persona. Prendiamo quindi le nostre uova intere che sbattiamo per bene in una ciotola abbastanza capiente. Aggiungiamo sale, pepe e noce moscata. E adesso si naviga a vista…e a tatto! L’importante, per l’impasto che ci servirà a realizzare i passatelli, è rispettare alcune proporzioni: il nostro dosatore sarà un semplice cucchiaio. Cominciamo con il prelevare due cucchiai di pangrattato che mettiamo nella ciotola con le uova. Poi aggiungiamo un cucchiaio di farina e un cucchiaio di formaggio grattato. Alterniamo questi ingredienti, amalgamando bene dopo ogni “giro” finché l’impasto risulterà sodo e non più appiccicoso. Ricopriamo la ciotola con della pellicola alimentare. A questo punto ci si può anche fermare ma se decidete di servire questo piatto il giorno successivo, mettete la ciotola in frigorifero.

Ritorniamo al nostro vitello che ormai possiamo maneggiare senza scottarci ma possiamo aspettare di più: più è freddo e meglio si riesce ad affettarlo finemente. Adagiamo le nostre fette di carne un po’ accavallate su un bel piatto piano.

La salsa che andrà a nappare le fette di vitello si fa in un attimo: mettiamo in un piccolo mixer tonno, acciuga se ci piace, sottaceti, maionese e un po’ di brodo. Si può anche usare il frullatore ad immersione con un recipiente alto e stretto. Aggiustiamo di sale e pepe. Versiamo sulla carne, decoriamo con qualche cappero.

È quasi ora di pranzo? Mettiamo a riscaldare il nostro brodo, aggiustiamo di sale se occorre poi prendiamo l’impasto di pangrattato e uova, lo dividiamo in due o tre parti che pressiamo con uno schiacciapatate a fori larghi, facendo cadere l’impasto dentro il brodo bollente ed aiutandoci con un coltello per farlo staccare. Pochissimi minuti, quando riaffiorano, i passatelli sono cotti.

Un vantaggio notevole pur essendo una minestra: i passatelli, se aspettano un po’, non scuociono. Abbiamo il tempo di gustare con calma…l’aperitivo o l’antipasto con i nostri ospiti!

Maria Cristina

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Featured CROSTATA ALLA RICOTTA E MANDORLE, che delizia!

Cristina Corrieri

Ecco una ricetta di dolce che farà contenti sia gli amanti della crostata che quelli della torta morbida: questione di diametro! Un ripieno di crema alla ricotta che gli conferisce morbidezza abbinato alla croccantezza delle mandorle: nelle due versioni, il successo è garantito!

Per prima cosa, prepariamo una pasta frolla.

Nel robot da cucina o sulla spianatoia uniamo:

  • 1 uovo intero + 1 albume (il tuorlo avanzato servirà per la spennellatura finale)
  • 140 g. di zucchero
  • 200 g. di burro ammorbidito
  • 400 g. di farina
  • Un pizzico di sale
  • Vaniglia
  • ½ bustina di lievito per dolci

Appena amalgamato il tutto, formiamo una palla che rivestiamo di pellicola e depositiamo in frigo per almeno mezz’ora.

Ora, ci occupiamo del ripieno: in una boule, rompiamo un uovo intero, uniamo 50 g. di zucchero. Mescoliamo bene poi aggiungiamo 250 g. di ricotta scolata.

Riprendiamo la nostra pasta frolla che dividiamo in due. Sulla spianatoia bella infarinata, formiamo due dischi.

Ne stendiamo uno su una tortiera imburrata ed infarinata. A questo punto, al composto di ricotta uniamo una decina di mandorle triturate oppure una quindicina di amaretti secchi sbriciolati. Versiamo il nostro ripieno sul primo disco. Ricopriamo con il secondo disco e bucherelliamo con una forchetta. Non ci resta che spennellare la superficie con il tuorlo avanzato sbattuto con un po’ di latte e dello zucchero. Il tocco finale: ricoprite con mandorle sfilettate. Se non le avete, usate ancora mandorle tritate, a granella oppure amaretti in briciole.

Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 40 min. fino ad ottenere una bella e pronunciata doratura. Lasciate raffreddare il dolce in forno a sportello aperto. Perché questa accortezza? Per il fatto che un dolce ripieno tende sempre a cuocere più difficilmente: se rischia di essere un po’ troppo cotto, non succede niente, se invece è rimasto un po’ “crudo” dentro, non si mangia!

Quali sono le due versioni possibili? Con esattamente la stessa dose e lo stesso procedimento, possiamo ottenere due risultati diversi. Se preferite una crostata alta e morbida (come sulla foto) usate uno stampo di un diametro di 24 cm. Se la volete più bassa e più croccante, usate uno stampo da 26 o 28 cm.

Un trucco: misurate il diametro e scrivete i centimetri sul fondo (all’esterno ovviamente) delle vostre tortiere con un pennarello indelebile. Per un po’, vi aiuterà a scegliere meglio il tipo di stampo per tutte …le prossime torte!

Maria Cristina