Il 14 gennaio di ogni anno a Edimburgo, in Scozia, è il Greyfriars Bobby Day, una festa commemorativa.
Per gli amanti di viaggi, in special modo per gli animalisti che non conoscono questo evento, è un appuntamento da non perdere. Di che si tratta?
Tutto fa riferimento ad una bella e commovente storia tra un cagnolino chiamato Bobby, di razza Skie Terrier, cresciuto da John Gray. I due furono inseparabili dal 1855 al 1858. Inizialmente John lavorava come giardiniere, in seguito venne assunto come guardia notturna e durante le ronde Bobby era sempre al suo fianco: al freddo con la neve, nelle lunghe notti di pioggia e durante le belle stagioni i due amici andavano in giro per controllare le strade della città scozzese, si facevano compagnia a vicenda e chiacchieravano a modo loro. Purtroppo John si ammalò gravemente di tubercolosi e morì il 15 febbraio del 1858; dopo che il suo corpo venne sepolto nel cimitero cittadino della Greyfriars Kirkyard, Bobby vegliò sulla tomba del suo padrone per i successivi quattordici anni: quel luogo era divenuto anche la sua dimora.
Le cronache del tempo, siamo nel 1867, riportano che Bobby corse il rischio di essere soppresso a causa di una legge comunale che ordinava di eliminare tutti cani i cui padroni non avessero pagato la relativa tassa, o licenza, ritenendoli, per questo motivo, randagi. A risolvere il problema intervenne il giudice Sir William Chambers (direttore della Società Scozzese per la Prevenzione della Crudeltà sugli Animali), che pagò per Bobby, ogni anno, quanto dovuto; il collare che riporta questa imposta comunale è tutt’oggi in mostra al Museo di Edimburgo e porta la scritta “Greyfriars Bobby from the Lord Provost 1867 licensed”.
Bobby già subito dopo la morte del suo padrone sarebbe andato incontro a morte sicura quando il custode del cimitero cercò, anche con una certa insistenza, di convincerlo ad andare via da lì e trovarsi un’altra sistemazione, ma non ci riuscì. Si dovette arrendere a questa straordinaria e quasi incredibile realtà, anzi, gli preparò una sorta di giaciglio proprio accanto alla lapide del suo amato padrone, da dove solo una volta al giorno si alzava per uscire dalla porta del cimitero e andare a consumare il pasto quotidiano che gli preparavano, a turno, i ristoratori della Old Town e i cittadini. Succedeva alle ore tredici in punto, quando il cannone della città posto nella Mill’s Mount Battery sparava un colpo a salve per segnalare l’ora esatta (One O’ Clock Gun) alle imbarcazioni nello Stretto di Forth. Molte persone, alle ore tredici, si radunavano per vedere il tenero cagnolino che andava a mangiare e poi rientrava nel cimitero. Bobby morì il 14 gennaio 1872 e venne seppellito non lontano dalla tomba di John Gray. Aveva sedici anni ed è stato l’unico cane ad aver ricevuto la cittadinanza onoraria.
Tutta Edimburgo pianse per questa vicenda e ancora, dopo quasi centocinquanta anni, i cittadini lo ricordano per testimoniare affetto e fedeltà con una cerimonia commemorativa che si svolge proprio davanti alla sua tomba, nella cui lapide, oltre al suo nome e la data della morte, è riportata la seguente epigrafe: “Let his loyalty and devotion be a lesson to us all” – “Possa la sua fedeltà e devozione essere da esempio per tutti noi”.
Doveva rimanere una storia da consegnare ai posteri, e così fu. Davanti al cimitero di Greyfriars la Baronessa Lady Burdett-Coutts volle erigere una statua in bronzo a perenne memoria di Bobby e non c’è turista che, passando da lì, non gli accarezzi il viso. In suo ricordo, oltre alla lapide posta fuori dalla chiesa del cimitero, nel Museo di Edimburgo sono esposti la sua ciotola e il collare.
La Scozia è terra di tante leggende, ma quella della fedeltà di Bobby al suo padrone John Gray è una storia vera.
Bruno Cimino